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Rt come a dicembre e balzo dei ricoveri. “Il virus non è finito”

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Roma –  «La curva si è appiattita, l’incidenza si è stabilizzata», dice il presidente dell’Istituto superiore di sanità Silvio Brusaferro analizzando i dati dei contagi dell’ultima settimana. Inchiodati anche ieri, come accade da tre giorni, intorno alla soglia dei 75.000 in 24 ore. Ma proprio nel giorno in cui l’Italia si lascia alle spalle lo stato di emergenza e riprende a vivere con pochissimi divieti e regole, l’indice di contagio schizza a 1,24, mai così alto dalla fine di dicembre.

Speranza: “La quarta dose si farà e sulle mascherine al chiuso decideremo tra due settimane”

di
Michele Bocci

31 Marzo 2022

Un dato che conferma l’enorme trasmissibilità della variante Omicron 2, e che arriva proprio nel momento in cui il Green Pass sta per essere messo del tutto nel cassetto, il distanziamento è stato abolito anche sui mezzi di trasporto pubblico locale e la mascherina dall’1 maggio dovrebbe essere abbandonata anche al chiuso. Non sono tanto i nuovi contagi a far suonare qualche campanello d’allarme, quanto la ripresa lenta ma costante delle ospedalizzazioni e dei ricoveri in terapia intensiva, la vera cartina di tornasole dello stato dell’epidemia in un Paese come l’Italia dove l’86% della popolazione è vaccinata con ciclo completo. Anche perché a ritornare in corsia, in questi ultimi giorni, sono gli anziani che — fatto il booster da ormai più di quattro mesi e senza la quarta dose in vista — tornano a essere particolarmente esposti.

Dal suo osservatorio del reparto di malattie infettive del Policlinico Tor Vergata a Roma lo conferma il professore Massimo Andreoni: «Da qualche giorno cominciamo a rivedere qualche malato più grave. L’evidenza clinica ci dice che già dopo tre mesi la protezione del vaccino dalla malattia grave scema e purtroppo questa variante Omicron 2, oltre a essere la più diffusiva mai vista, ha anche diverse mutazioni tanto da sfuggire a uno dei due anticorpi monoclonali che abbiamo a disposizione e, dopo 4 mesi dal booster, anche la protezione dal semplice contagio scende alla soglia molto bassa del 20%. Potevamo sperare in una quarta dose in tempi stretti per gli anziani, senza aspettare l’autunno, così dovremo tenerli bene al riparo. L’indice di trasmissibilità è troppo alto per non temere che rimangano infettatti».

Anche il monitoraggio settimanale conferma un decremento di casi tra i più giovani e un aumento nelle fasce d’età più avanti con gli anni, mentre in alcune Regioni l’occupazione dei letti nei reparti ordinari supera la soglia di rischio del 15% e anche ieri le terapie intensive hanno fatto segnare un +8.
«Alcuni elementi di preoccupazione ci sono — spiega il professor Andreoni — Su tutti quello che con una così alta circolazione del virus possa crearsi una nuova variante capace di bucare i vaccini che finora ci hanno salvato. Occorre dare due messaggi: ai cittadini quello di essere responsabili e osservare volontariamente i comportamenti non più prescritti per legge, alle istituzioni quello d mantenere un monitoraggio stretto del virus che circola. È davvero indispensabile».
©RIPRODUZIONE RISERVATA

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