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Occhi rossi o iperemia congiuntivale: cause, diagnosi, cura

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Le motivazioni dei cosiddetti “occhi rossi” possono essere legate ad agenti esterni oppure a patologie interne dell’occhio, per cui è importante arrivare a una diagnosi precisa

“Iperemia congiuntivale” è l’espressione usata dai medici per indicare quelli che noi, comunemente, chiamiamo occhi rossi. Si tratta di un fenomeno piuttosto diffuso, causato dalla dilatazione dei vasi sanguigni presenti sulla congiuntiva, la sottile membrana che riveste internamente la palpebra e poi si ripiega per coprire la sclera, ovvero la parte bianca dell’occhio.

«Se quei vasi sanguigni si dilatano, gli occhi appaiono arrossati», descrive il professor Michele Vetrugno, coordinatore dell’Unità operativa di Oculistica all’Ospedale Santa Maria di Bari. «Il fatto che il disturbo interessi uno oppure entrambi gli occhi è uno dei segni clinici di cui lo specialista tiene conto in fase di diagnosi, perché in genere l’iperemia monoculare e quella binoculare hanno origini diverse».

Quali sono le cause degli occhi rossi

A grandi linee, le cause di iperemia congiuntivale possono essere esterne oppure interne. Nel primo caso, gli occhi si arrossano a causa di congiuntiviti (virali, batteriche o allergiche), esposizione eccessiva al sole, corpi estranei (polvere, ciglia, schegge, sabbia, insetti, etc), traumi o lesioni, esposizione a sostanze potenzialmente irritanti (come fumo, ammoniaca o cloro).

«Tra le cause interne, invece, ci sono varie patologie oculari, come glaucoma acuto, ascesso corneale, uveite e sindrome dell’occhio secco», elenca l’esperto. «L’ultimo, cioè l’occhio secco, è la causa principale: colpisce circa il 45 per cento degli italiani, soprattutto donne in menopausa per una questione ormonale, ma con un progressivo aumento fra i più giovani a causa del continuo utilizzo di smartphone, tablet e computer».

Non a caso, soprattutto la sera, l’iperemia congiuntivale è molto frequente in chi lavora tutto il giorno al pc, perché fissare a lungo lo schermo riduce il normale ammiccamento, cioè si sbattono meno le palpebre, e questo predispone alla secchezza oculare. «A questa si associa la cosiddetta astenopia accomodativa, dovuta a un eccessivo affaticamento dei muscoli oculari, deputati alla messa a fuoco nella visione da vicino».

 Occhi rossi, quando è colpa delle lenti a contatto

Spesso, gli occhi si arrossano per colpa delle lenti a contatto. «In questo caso c’è un’intolleranza alle lenti, dovuta per esempio al fatto che queste seccano eccessivamente la superficie oculare», racconta l’esperto. «Soprattutto quelle morbide agiscono come una sorta di spugna, perché prelevano continuamente lacrime per rimanere idratate. Per prevenire la secchezza che ne deriva, è buona regola utilizzare dei sostituti lacrimali, che consentono di portare le lenti a contatto per più tempo, aumentandone il comfort».

Ma l’intolleranza può essere dovuta anche a un’allergizzazione, sempre da indagare, oppure alla situazione più temibile, l’ascesso corneale, un’infezione della cornea causata da una manipolazione delle lenti a contatto senza la dovuta igiene delle mani. «A seconda dei batteri coinvolti, si può arrivare a situazioni molto gravi, con la perforazione della cornea e il rischio di perdere la vista», avverte il professor Vetrugno.

Occhi rossi: a volte è un’emorragia

Talvolta gli occhi arrossati non sono dovuti all’iperemia, ossia alla vasodilatazione dei capillari, ma alla loro rottura, che provoca un’emorragia congiuntivale, riconoscibile perché l’intera congiuntiva si presenta rossa, come una sorta di livido. «È molto frequente in chi assume farmaci anticoagulanti oppure durante le malattie da raffreddamento, perché gli occhi si possono arrossare anche in seguito a colpi di tosse o starnuti particolarmente violenti, capaci di provocare la rottura di un capillare della congiuntiva. Si tratta comunque di situazioni reversibili spontaneamente, senza alcuna necessità terapeutica», riferisce l’esperto.

«L’emorragia congiuntivale può altresì essere la spia di una crisi ipertensiva, proprio come l’epistassi, cioè la perdita di sangue dal naso: in questo caso, può servire una consulenza cardiologica o internistica».

Iperemia congiuntivale, come si fa la diagnosi

Per arrivare a una diagnosi differenziale, l’oculista deve esaminare l’occhio prima esternamente (per ricercare eventuali corpi estranei, lesioni superficiali o la presenza di eventuali secrezioni che possano far sospettare una congiuntivite) e poi internamente (per escludere o confermare qualche malattia infiammatoria o degenerativa). A tal proposito, è utile effettuare anche l’esame della vista, per valutare l’eventualità di patologie interne all’occhio.

 

Occhi rossi, quando preoccuparsi

«L’arrossamento oculare deve sempre mettere in allarme, per cui è importante recarsi con tempestività dall’oculista di fiducia oppure in un pronto soccorso oculistico», tiene a precisare il professor Vetrugno.

A preoccupare deve essere soprattutto l’occhio rosso accompagnato da un calo della vista, che fa sospettare un disturbo o una patologia a carico dell’apparato visivo, ma qualunque origine non va mai sottovalutata. «Anche un piccolo corpo estraneo va rimosso tempestivamente, perché spesso va a collocarsi sotto la palpebra superiore, per cui i continui ammiccamenti o gli eventuali stropicciamenti con le dita possono lesionare gravemente la cornea».

 Occhi rossi? Ecco cosa fare

«Quando abbiamo gli occhi arrossati, è bene non recarci in farmacia per acquistare qualche rimedio fai-da-te: spesso utilizzati per automedicazione, i classici colliri antibiotici/cortisonici andrebbero usati solamente su prescrizione medica, perché nel caso dell’iperemia congiuntivale possono “rischiarare” l’occhio, lasciando tuttavia celata la causa dell’arrossamento», commenta il professor Vetrugno.

«È importante invece arrivare a una diagnosi corretta, perché un apparente miglioramento potrebbe aprire la strada alle recidive o, peggio ancora, lasciar covare sotto la cenere una patologia severa». Non hanno alcuna valenza scientifica neppure i tanti rimedi naturali suggeriti in rete, come gli impacchi con bustine del tè, bucce di patata, fette di cetriolo o garze imbevute di erbe dalla presunta azione lenitiva 

Come prevenire gli occhi rossi

Quando si utilizza a lungo il computer, vale la classica regola del 20/20/20: ogni 20 minuti di visione da vicino bisogna fissare un punto distante almeno 20 piedi, poco più di sei metri, per almeno 20 secondi. «Utili possono essere anche gli occhiali con lenti dotate di filtro blu, progettate per respingere i raggi più dannosi dei dispositivi elettronici: l’importante è scegliere modelli con filtro interno alle lenti e non applicato sulla superficie, che si può deteriorare nel tempo, anche solamente durante le normali operazioni di pulizia con le classiche salviette», riferisce il professor Vetrugno.

Per prevenire le congiuntiviti batteriche o virali, invece, è di fondamentale importanza rispettare una buona igiene perioculare, evitando di toccare spesso gli occhi, soprattutto quando le mani non sono pulite. «Viceversa, nelle congiuntiviti allergiche, i soggetti predisposti al problema possono eseguire un trattamento preventivo a ridosso delle fioriture critiche con colliri antistaminici, in modo da preparare gli occhi all’aggressione di pollini e allergeni», conclude l’esperto.

Tutto il resto, invece, si può prevenire con regolari controlli oculistici, che rilevano precocemente le patologie potenzialmente alla base dell’iperemia congiuntivale.

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congiuntivite,
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