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Scuola, l’ira di genitori e prof contro il dietrofront sulle quarantene: “Paghiamo le carenze della sanità. Così torniamo in Dad”

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Nelle chat dei genitori la protesta è partita di prima mattina, insieme allo sconforto: “La scuola paga le carenze della sanità”. E alla rabbia: “Ora ridateci lo smart working, chi sta a casa coi nostri figli?”. L’annuncio della sospensione del nuovo protocollo sulle quarantene in classe ha messo in subbuglio presidi, sindacati e famiglie. Ora si torna alle quarantene per tutta la classe con un caso positivo. E il Comitato Priorità alla scuola annuncia nuove mobilitazioni: “Un dietrofront dovuto alle carenze strutturali delle sanità regionali non alla variante Omicron – dichiara Costanza Margiotta – Il protocollo nuovo, che avrebbe garantito meno Dad e che in Toscana funzionava, non era stato ancora applicato in tante regioni, alla prima occasione buona e senza dati, perché non è certificata la maggior positività a causa delle scuole, lo hanno tolto”.

Scuola, è dietrofront: “Se c’è un positivo quarantena per tutti”

di

Michele Bocci

29 Novembre 2021

Non ha dubbi anche Angela Nava Mambretti, voce dei Genitori democratici: “Questo tornare indietro è abbastanza triste, la Dad sarà più invasiva. E’ il riconoscimento dell’impotenza delle Asl – ragione – La pandemia la affronti con il vaccino, ma dobbiamo riconoscere che il lato trasporti, ventilazioni nelle classi e tracciamento non ha fatto passi avanti. Il grido di dolore dei presidi, apparentemente corporativo, denunciava un dato di fatto su carenze non della scuola e in cui la responsabilità cadeva su di loro”.

I presidi, appunto. Antonello Giannelli, Presidente nazionale Anp, commenta: “Siamo stati facili cassandre, avevamo lanciato l’allarme già pochi giorni dopo la pubblicazione. Le scuole, nonostante le mille difficoltà e con uno smisurato carico di lavoro sulle spalle dei dirigenti e del personale, hanno retto. Lo stesso non possiamo dire dei dipartimenti di prevenzione che non sono riusciti sin da subito a garantire la tempistica dei testing e in molti casi non hanno applicato quelle procedure di tracciamento”. Conclude amaro Giannelli: “Con l’aumento della pressione dovuta alla risalita dei casi le regole del protocollo sono saltate costringendo al ricorso alla Dad anche con un solo caso di positività in classe. La pandemia è ben lontana dalla sua conclusione e dobbiamo tutti collaborare per contrastarla, iniziando da una più completa vaccinazione di massa”.

Tra le voci contrarie c’è anche quella dei professori. Al liceo Da Vinci di Casalecchio, in provincia di Bologna, un gruppo di docenti chiamato “Presidio primaverile” ha fatto lezioni a distanza a scuole chiuse davanti all’istituto per affermare il diritto all’istruzione che è in presenza. Ora una delle insegnanti, Chiara Stancari, reagisce: “Ci risiamo. Cambiano rotta perchè di dipartimenti della Sanità pubblica stanno andando in tilt e chi ci rimette? Di nuovo e solo i ragazzi a cui, per prima cosa, togli l’unica che serve loro veramente: la scuola. Mentre le discoteche no, quelle devono fare introiti. Siamo indignati e stanchi, ma non smettiamo di gridare allo scandalo della Dad”.

E i sindacati vanno all’attaco con Lena Gissi (Cisl scuola): “Chiediamo che lì dove le Asl sono in difficoltà per il tracciamento e i tamponi, devono poter intervenire protezione civile e esercito. Non si possono lasciare soli i dirigenti scolastici. Abbiamo chiesto con urgenza di incontrare i rappresentanti del ministero della Salute perchè la circolare ha messo in allarme tutto il personale scolastico e ha prodotto nuovi problemi ai dirigenti che dovranno nuovamente rivedere le procedure per il tracciamento. L’urgenza del ministero della Salute ci fanno pensare che non si possono sottovalutare le misure anti contagio. E’ necessario un gesto di responsabilità da parte di tutti: non è il momento delle urla ma del dialogo per aiutare la scuola ad arrivare alle vacanze di Natale con il maggior numero di attività didattica in presenza”.

Diversa la posizione della Flc-Cgil che ha proclamato uno sciopero il 10 dicembre e parla di impegni non rispettati: “Noi l’avevamo detto: abbiamo argomentato a lungo e con insistenza che le vaccinazioni non potevano essere la soluzione di tutti i mali soprattutto nel momento in cui buona parte degli studenti non può essere vaccinata. Quando si punta tutto sulla vaccinazione e si annulla il tema del distanziamento che abbiamo posto in tutti i modi, le conseguenze non possono che essere queste – dichiara Graziamaria Pistorino, segretaria nazionale – E’ miope la scelta di non assecondare le richieste che la Flc ha fatto con forza: l’ampliamento dell’organico Covid e l’abbassamento del numero degli alunni per classe. La mobilitazione arriva a valle di promesse non mantenute e impegni non rispettati: il tema della quarantena è un accordo sindacale di cui non si si è tenuto conto in questi mesi e che adesso produce lo sciopero”.

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