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“L’episodio evidenzia l’assurdità di una persona di ben 70 anni costretta a continuare la propria attività lavorativa in un settore ad alto rischio e svolgendo attività che di per sè, anche laddove fossero rispettate tutte le norme di salute e sicurezza, rimangono comunque ad alto rischio”. Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil esprimono il loro cordoglio alla famiglia del lavoratore e vicinanza ai colleghi dell’uomo deceduto nel cantiere di un’abitazione a Salsomaggiore.
“Saranno le autorità competenti ad effettuare le dovute verifiche sull’accaduto, purtroppo per l’ennesima volta ci troviamo però a richiamare l’attenzione sul tema degli infortuni. La cultura della salute e la sicurezza sul lavoro devono diventare una priorità, per tutte le istituzioni e gli attori economici”, osservano i sindacati di categoria.
Salsomaggiore, cade da un’impalcatura e muore a 70 anni
“Purtroppo, le norme esistenti in materia pensionistica costringono molti lavoratori a rimanere in attività a causa dell’impossibilità di ottenere una pensione dignitosa, acuita dal fatto che nel settore il fenomeno dell’irregolarità delle aziende e del lavoro nero peggiora e comunque posticipa l’accesso ad un trattamento pensionistico sufficiente. La patente a crediti introdotta a decorrere dal 1° ottobre – osservano i sindacati – è si una misura per tentare di arginare il fenomeno, ma rimane uno strumento con luci e ombre, basti pensare che in caso di infortunio mortale vengono decurtati solo 20 punti, su una media di 70-80 che un’azienda potrebbe raggiungere come massimo”.
L’episodio di Salsomaggiore, concludono le segreterie territoriali Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil, “per il quale non possiamo che attendere gli esiti delle indagini che verranno effettuate, si aggiunge purtroppo alla triste lista dei numerosi infortuni mortali che non accennano a diminuire e purtroppo conferma che ancora non viene fatto abbastanza. In questi anni abbiamo assistito a una vera e propria strage civile, troppe famiglie private dei loro cari. Non è più possibile accettare di morire sul posto di lavoro”.